Storia dei cinema barese: il Politeama, diventato poi Supercinema

Nei primi anni Trenta il trionfo popolare del film muto continuò nel Politeama barese, il locale cinematografico di via Ravanas angolo via Bovio che prese poi il nome di Supercinema. In realtà erano le ultime proiezioni: il cinema sonoro stava già apparendo all’orizzonte.Fu lì che vedemmo i film di Maciste, un gamalo, un erculeo facchino del porto di Genova. Si chiamava Bartolomeo Pagano ed era forte, fortissimo non c’era prestanza umana che potesse abbatterlo. E Maciste nei suoi tanti film – qualche titolo? “ Maciste imperatore”, “Maciste all’inferno”, “Maciste e il nipote d’ America”- combatteva continuamente contro gladiatori e diavoli e gangster americani mettendo tutti fuori combattimento, fra le urla e gli schiamazzi dei nobili frequentatori del Politeama barese. Il botteghino incassava bene, grande successo riscuotevano anche le pellicole di Tom Mix , un cow-boy generoso, sempre amico della giustizia che, sul suo focoso cavallo, percorreva le prateria a caccia di indiani, bufali e belle ragazze tutti catturati dai suoi magici lanci del lazo ( e tutti i ragazzi portavano una lunghissimo spago nelle tasche nella speranza di usarlo alla maniera del lazo di Tom Mix). Le pellicole erano vecchie, vecchissime, risalivano a prima degli Anni Venti e spesso si spezzavano : e le urla e gli schiamazzi aumentavano di più per acquietarsi quando Tom Mix riappariva, con il suo cappellaccio, pistola al fianco, stivali lucidi pur nel color seppia della pellicola venata da continui fili neri, segni dell’usura delle pellicola e avvertimento che fra poco si sarebbe spezzata di nuovo. Al politeama assistetti anche a una curiosa novità, inserita in un film su Faust, nientemeno che il mitico personaggio goethiano. La pellicola aveva il solito color seppia, non ricordo il titolo, né l’etichetta indubbiamente applicata alla novità. Ricordo benissimo la vicenda imperniata sul vecchio Faust che implorava, da un Mefistofele pieno di fiamme e di fumo, la bellezza, l’amore, l’eterna giovinezza. Nel bel mezzo della vicenda, lo schermo bianco veniva tirato su e sostituito da un velario sul quale continuavano ad apparire i personaggi del film, le loro figure private così dall’ambiente nel quale si muovevano. Davano l’impressione che agissero sospesi fra cielo e terra, a mezz’aria; ma, dietro il velario, veniva subito calata una tela a grandi effetti colorististici e scenografici. C’erano così grandi alberi, chiome verdi, foglie gialle, fiori dalle tinte violente: e ,di colpo, i personaggi, staccati dallo schermo bianco, si muovevano – quasi in quarta dimensione – in quel nuovo sfondo sgargiante di colori. Chissà, forse l’anticipazione di un rudimentale cinema a rilievo per giunta colorato dai mezzi del teatro tradizionale. Inutile dire che , per assistere all’eccezionale, avvenimento, il biglietto d’ingresso fu aumentato da non so quanti centesimi. L‘annuncio fu dato, alcuni giorni prima, direttamente dal palcoscenico dall’attore napoletano Arturo Vetrani. Già, perché il Politeama, in alternativa alle pellicole mute degli Anni Dieci e Venti, proponeva serate di teatro popolare e una specie di varietà affidati il più delle volte al capo-comico partenopeo Arturo Vetrani, e a tutta la sua famiglia composta di mogli, amanti, compari, figli, cugini e amici cari. I Vetrani, con tutto il loro pittoresco clan, abitavano non lontano dal Politeama, in via Trevisani; e li vedevi – la mattina- fare la spesa quasi tutti assieme, vociando e contrattando, i cantanti, gli attori, i caratteristi, le prime attrici, con salumieri e fruttivendoli. Quest’ultimi in dialetto barese: gli altri, i grandi attori, nel loro sonoro napoletano. Un’anticipazione del grande spettacolo serale al Politeama. La compagnia si spostava poi in teatro dove spesso pranzavano, una lunga tavola sul palcoscenico, fra quinte, riflettori, sipari, polvere di vecchie scene: e quell’incerta luce del mattino che illumina, dai finestroni e dai pozzi di luce, con una certa stanchezza i teatri silenziosi.

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Una Risposta to “Storia dei cinema barese: il Politeama, diventato poi Supercinema”

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