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Racconti di san Nicola: San Nicola e il mondo russo

Maggio 5, 2008

Da tempo immemore i russi hanno fatto di san Nicola un loro Santo privilegiato anche perché il Vescovo di Myra, attraverso i miracoli e le leggende di cui si favellava nelle isbe, nei villaggi, nelle grandi città, colpiva fede e immaginazione. Ed era così forte la fiducia in lui che le anime semplici lo ponevano al di sopra degli stessi patriarchi, dei profeti, degli Apostoli, dei martiri, di tutti gli altri santi. Nelle chiese l’icona nicolaiana era collocata in un posto d’onore. Quello accanto alle immagini di Cristo e della Santa Vergine. I fedeli, specialmente nelle festività solenni, accendevano numerose candele; e, nelle giornate di neve e quando scendeva la sera, l’immagine benedicente appariva sempre illuminata dal lieve tremolare delle piccole fiammelle. Nella liturgia ortodossa il giovedì era dedicato al Vescovo di Myra – a Bari è il mercoledì il giorno dedicato al Santo. In tutte le chiese in quel giorno si leggevano episodi e momenti particolari della sua vita. Un’icona troneggiava anche nella corte dello zar e la consuetudine voleva che, ai suoi piedi, fossero deposte grandi ceste di pane e di frutta da distribuire poi ai sacerdoti poveri e ai mendicanti.

Ancora oggi le mogli dei pescatori del mar Caspio e del mar Nero si tramandano le dolci nenie, dedicate al Protettore dei marinai. San Nicola era anche protettore dei campi e la sua immagine piaceva agli antichi mugic perché proteggeva dai lupi anzi era convinzione che, nel giorno della sua festa, tutte le bestie feroci divenissero miti e amiche dell’uomo. C’è un racconto che i vecchi russi narravano, con grande scandalo dei popi e dei credenti, fedeli alla linea dogmatica della chiesa ortodossa. Secondo questo racconto, ad un contadino fu all’improvviso annunciata la morte di Dio. Nello steso tempo gli fu posta la domanda imbarazzante: come sarebbe andato avanti l’universo ora che non c’era più il suo divino creatore?. “ Non c’è da aver alcun timore”, rispose il buon mugik. “ C’è sempre il nostro san Nicola!”. La vasta popolarità di Nicola ha d’altra parte antiche radici nella Russia di tutti i tempi. Un’enciclopedia pubblicata nei tempi in cui la Russia era sovietica, la figura del nostro Santo veniva presentata come un incrocio tra una divinità pagana dell’Asia Minore e un tal Nicola dell’VIII secolo. Da alcune tribù finno-turche d’altronde egli fu per lungo tempo considerato l’unico Dio cristiano, anche se da alcune fasce di popolazioni della Siberia era adorato come il dio della…birra.

San Nicola era naturalmente ben presente nelle preghiere del popolo e venivano addirittura elevate preci collettive allorché la Grande Madre Russia correva grossi pericoli a causa dei suoi nemici esterni. Una preghiera di tal genere è ricordata nientedimeno che dal Voltaire nel suo libro “ Histoire de Charles XII, roi de Suède”. Correva l’anno 1700 e in quel tempo gli Svedesi sconfissero pesantemente le armate russe che lasciarono sul campo 18 mila morti. Quando la notizia giunse nella capitale fu tale e tanto lo spavento dei moscoviti che si diffuse una voce secondo la quale la vittoria nemica era dovuta a una possanza sovrumana e che gli Svedesi erano guidate dalle vittoriose forze del male. Quel convincimento divenne così generale che furono ordinate pubbliche preghiere a San Nicola, protettore di tutte le Russie. L’inizio della preghiera, che si elevava in tutte le chiese e anche nei più sperduti monasteri dell’immensa terra russa, suonava così: “ O Tu che sei nostro consolatore perpetuo in ogni nostra avversità, grande san Nicola, infinitamente potente, con quale peccato ti abbiamo offeso nei nostro sacrifici, nelle nostre genuflessioni e azioni di grazia, che tu ci hai così abbandonati?”